Prime Esperienze
Storia vera - Le vacanze di Ilaria, al mare
di ringo00
01.11.2020 |
28.230 |
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"Avevo le calze fradicie e appiccicose di sborra, e tornata in macchina me le tolsi per poi ripulirmi con acqua e salviette umidificate che porto sempre con me..."
Questo racconto è un'altra avventura della mitica coppia tettonabg che ho avuto il piacere di trascrivere. Ciao a tutti, porcelli e porcelline, la vostra Ilaria è tornata per una nuova avventura.
Dopo la settimana in montagna di cui vi ho parlato la scorsa volta, vi racconto quello che è capitato al mare… Buona lettura.
Stavamo preparando le valigie per andare al mare, in una tranquilla località dove eravamo soliti recarci da diversi anni. Come sempre avevamo lasciato qualche last, giusto per divertimento, mai che ci fosse scappata qualche occasione di trasgressione. Andrea rimase stupito dalla quantità di roba che mi portavo dietro: reggicalze, mutandine supersexy, reggiseni trasparenti e ovviamente le mie scarpine preferite, mio cavallo di battaglia. Mi chiese se avessi intenzione di traslocare, e con un sorrisetto un po' civettuolo risposi che volevo essere appetibile per un eventuale corteggiatore,visto che avevamo concordato di eccedere, almeno in vacanza. La sera stessa, arrivammo in albergo, e giusto il tempo per una rapida rinfrescata mi preparai: tutina a rete aperta sulla patata, ovviamente niente mutandina, maglietta trasparente, gonna corta e naturalmente scarpe col tacco.
Ero tutta eccitata, dato che avevamo già concordato un incontro con un maturo, e già mi pregustavo una bella serata.
Visto che era ancora un po' presto per uscire andammo nel giardino dell'hotel, dove c'erano alcune panchine con dei morbidi cuscini. Davanti alla nostra panchina sedeva un uomo sui sessanta, intento a fumare mentre guardava il cellulare. Ai miei occhi attenti non era sfuggito che ogni tanto allungava occhiate furtive verso di noi.
Lanciai un'occhiata ad Andrea: era il momento di gettare l'esca. Approfittando del luogo deserto allargai le gambe in maniera sobria, gusto per provocare il tipo. Ci stavo prendendo gusto quando Andrea mi disse che era ora di andare, il nostro compagno per la serata ci aspettava. Ad aprirci la porta fu un anziano solare e simpatico, un romagnolo classico, che non dimostrava affatto i suoi 76 anni. Ci invitò ad accomodarci e ci raccontò qualcosa di sé: era vedovo da molto tempo, e i suoi figli, già adulti, erano fuori casa da anni, e così aveva deciso di rimettersi in gioco. Quando fu il momento di passare ai fatti mi aspettavo una cosa rapida, ma quando l'ometto caló i pantaloni apparve un cazzo di notevole grandezza, che non feci attendere: dopo un minuto circa di un vorace pompino il mio vecchietto era bello duro e pronto all'azione. Finí di spogliarsi, e io e Andrea lo imitammo. Ci portò in camera da letto, dicendo che non vedeva l'ora di darmi una bella leccata di fica. Mi sdraió e si dimostrò all'altezza: la mia passera era preda del nonnetto, che turbinava la lingua infaticabile, tanto che in un amen gli lavai la faccia con una sbrodolata in faccia. Andrea, intento a segarsi, osservava divertito la sua mogliettina fare la porca. Io mugolavo, infilando un orgasmo dietro l'altro, quando il vecchietto mi sorprese, divaricando le mie gambe e affondamndomi il suo cazzo in un sol colpo. Gemevo come una vacca sotto quei colpi, mi pompava energicamente come un giovanotto, il suo cazzo mi faceva schizzare come una fontana. Mi resi conto solo dopo qualche minuto che mi stava scopando a pelle, senza protezione: glielo feci notare, pregandolo di non venirmi dentro visto che sono ancora fertile. Con un sorriso il mio stallone mi disse che era talmente padrone di sé da controllare benissimo l'orgasmo. Detto ciò mi fece mettere al bordo del letto e mi montò a pecora, stando in piedi. Il suo attrezzo mi scopava in modo sublime, era un vero toro. Andrea si uní al gioco, mettendomi il suo in bocca, e con due cazzi assieme allo stesso tempo provai un ennesimo orgasmo, le mie cosce erano solcate da rivoli di nettare. Ad un tratto il vecchietto mormorò "Non ce la faccio più… Sei troppo figa, devo sborrare…" Mi sfilai appena in tempo: presi in bocca il suo cazzo e all'istante mi schizzó in viso una densa e abbondante sborrata, da vero campione. Anche Andrea era al limite: mi fece girare e mi schizzó in faccia a sua volta. Calmatosi, il vecchietto si scusó, dicendo di non volere essere troppo impetuoso ma, "Sorbole, sei troppo figa…"
Mi feci una doccia e mi ricomposi, bella soddisfatta. Il nostro ospite ci salutò con calore, invitandoci a ripassare, qualche volta. Ma Andrea, che aveva avuto un ruolo marginale non ne aveva abbastanza: tornati in camera mi saltò addosso, ma la mia patata era già ko, non avevo più voglia di prenderlo, così mi leccó voracemente per alcuni minuti per poi schizzarmi sulla pancia e sulla fica.
Dopo una nottata tranquilla, l'indomani ci recammmo in spiaggia; dopo la ripassata del nonnetto ero decisa a stare un po' tranquilla, ma sorpresa sorpresa, indovina chi c'e nella sdraio accanto a noi? L'uomo del cellulare, incontrato la sera prima. Decidemmo di stare ognuno sulle sue, ci limitammo ad un cenno di saluto, mentre il tipo discorreva al telefono in tedesco.
Andrea, con un sussurro mi disse "Stasera preparati da tiracazzi, ci sarà da divertirsi…"
Quella sera, dopo cena, sedevamo sulla solita panchina, quando ecco il signore tedesco, con l'immancabile sigaretta e il cellulare all'orecchio. Ero vestita come la sera precedente, salvo un coprispalle che mi scendeva sul seno. Ogni tanto lui mi guardava di sfuggita, era palesemente interessato; Andrea mi bisbiglió "Che te ne pare?"
Io risposi "Ma sei fuori, siamo all'aperto… Se ci vede qualcuno?"
Ma quel porcone del mio uomo sapeva come prendermi: mi consigliò di iniziare in modo sobrio, accavallare le gambe e mostrare qualcosa. Il tedesco guardava più intensamente, quasi non guardava più il telefono. Lasciai scivolare il coprispalle, le mie tettone si mostrarono, evidenziate dalla maglietta trasparente. Andrea, di proposito fece cadere degli spiccioli a terra, cercandoli con la luce del telefono, e ovviamente illuminava più le mie gambe che per terra, e di mia iniziativa allargai le cosce, mostrando la patata nuda.
Il crucco, fingendo disinvoltura, si toccava il pacco, lo so spettacolo gli piaceva.
"È cotto…" ridacchió Andrea. "Vieni…"
Mi prese per mano e mi portò nell'angolino più buio del giardino, lo tirò fuori e mi chiese di fargli un pompino. Dopo qualche istante il tedesco era accanto a noi, col cazzo già duro; Andrea gli fece cenno di avvicinarsi, e con il sorriso più accattivante possibile mi tolsi il pisello di mio marito di bocca e accolsi quello dell'uomo. Lo succhiavo da qualche minuto quando Andrea, che era un po' in disparte, fece intendere al nostro nuovo amico di seguirci in stanza. Mi sedetti comoda tra i due maschi eccitati: mi allungai sul cazzo del tedesco, mettendomi quasi sdraiata; mentre succhiavo lui, Andrea mi leccava la fica, che già sbavava eccitata. Dopo il primo orgasmo, mio marito allungò un preservativo al crucco, che lo infiló con un gesto esperto. Messa a pecora, la mia posizione preferita, ofrii la mia passera al tipo, che non si fece pregare e mi infilò con decisione, e in pochi minuti emise un grugnito e sentii il preservativo gonfiarsi, il calore del suo schizzo mi fece venire i brividi. Non ebbi tempo di dire ma che Andrea prese il suo posto e mi schizzó a pelle, riempendomi di crema la patata gocciolante. Andai in bagno per rinfrescare la micina e quando tornai il tedesco si era già rivestito, e mormorato "Auf wiedersehen, mein lieberr Frau" prese congedo. Io e Andrea ci mettemmo nudi a letto, esausti, e cademmo tra le braccia di Morfeo.
Che ne dite? Ne volete ancora? Tranquilli, ho un'altra storia per voi.
Qualche giorno dopo, durante una passeggiata, ricevemmo un messaggio da parte di un caro amico, compagno di giochi di vecchia data che incontravamo ogni anno. Decidemmo di cenare insieme, nella sala da pranzo dell'hotel; al cameriere lo presentammo come un cliente della zona, giusto per non dare troppo nell'occhio. Finito di cenare, io presi congedo mentre i due uomini prendevano il caffè. Salita in camera, mi preparai con un bel vestito chiaro che risaltava bene con la mia pelle abbronzata. Quando arrivarono, l'eccitazione dell'amico è evidente, a giudicare dal cazzo già barzotto nella patta. Si spoglió rapidamente, non aveva intenzione di perdere tempo in preliminari: iniziò a divorarmi la passera, non avevo lo slip, già ero bagnata. Nel mentre, mio marito si spogliava con calma, prima gli ospiti, disse. Ero impaziente di sentire dentro il cazzo del mio amico, che nonostante i 65 anni scopava come un ragazzino: era grosso, spesso di circonferenza, proprio il tipo che piace a me. Lo presi in bocca, mi riempiva come un gustoso boccone, passando poi alle palle gonfie e piene.
Era un giorno sicuro, e visto che avevo fiducia in lui mi feci scopare senza protezione. Appena puntato il suo ariete sulla mia patata fremetti, la sentivo allargarsi poco a poco; giunto fino in fondo, non potei trattenermi da un grido da troietta, ero ben piena di cazzo. Mi prese dolcemente ma con decisione, dentro e fuori, godevo un sacco. Andrea mi zittí con il suo, che succhia i golosamente. Ad un certo punto, l'amico, Giorgio, mi sollevò le gambe, tenendole belle larghe, e lì cacciai un lungo grido, soffocato dal cazzo di Andrea: mi sentivo dilatata come mai prima, una sensazione mai provata prima.
Andrea mi disse "Piano o ti sentono tutti…", mama ero troppo presa, Giorgio mi trapanava come una locomotiva, tanto che dovetti chiedere una pausa; feci sborrare mio marito per calmarlo per poi dedicarmi a Giorgio. Mi misi a quattro zampe sul letto, e lui mi leccó il buchino dietro, bacini e leccatine, in un modo così dolce e piacevole che squirtai come un idrante, bagnando tutto il copriletto. Finalmente il suo pisellone violó nuovamente la mia intimità, era inarrestabile, ogni affondo mi faceva tremare le ginocchia, e sbrodolavo, sbrodolavo, ormai non contavo più gli orgasmi. Dopo una cavalcata di una ventina di minuti Giorgio mi esce dalla fica, e puntatomi il bazooka in faccia mi fa una bella maschera di sborra bollente, un po' mi coló lungo il collo e sul seno. Dovetti andare a ripulirmi, ero letteralmente distrutta da quella scopata. Quando uscii dal bagno Giorgio era già andato, promettendoci che ci saremmo rivisti a Natale per un altro giro.
Mi infilai il pigiama e mi coricai, Andrea già dormiva, e poco dopo lo raggiunsi.
I giorni seguenti furono tranquilli, e l'ultima sera decidemmo per un gran finale: andammo al Lido di Dante, posto che frequentavamo da anni, alla ricerca di un po' di pepe. Dopo aver girato un po' notammo un singolo che si segava tra i cespugli, guardando nella nostra direzione. Per provocarlo iniziai a toccare Andrea, accarezzando il suo cazzo; quando ci fu vicino gli feci una bella sega, e poco dopo un altro ci raggiunse, e con un cazzo per mano la serata stava prendendo una bella piega. Mi sbottonai la camicia, le mani dei segaioli esploravano le mie tette eccitate; al primo singolo punse vaghezza di sborrarmi sui collant, subito imitato dall'altro e da un terzo da poco arrivato. Avevo le calze fradicie e appiccicose di sborra, e tornata in macchina me le tolsi per poi ripulirmi con acqua e salviette umidificate che porto sempre con me. Inutile dire che quegli schizzi bollenti mi avevano eccitata a bestia: in albergo scopai Andrea fino al collasso, gli feci sborrare anche l'anima; durante le coccole dopo-sesso gli chiesi "Ti piace avere la mogliettina troia, vero mio bel porcone?"
Con un sorriso pieno di amore, lui rispose "Tantissimo, Ile… Ti amo così tanto…"
Concludemmo la serata con un lungo bacio appassionato, pieno di calore.
L'indomani ci preparammo e iniziò il viaggio verso casa. È stata una vacanza piena di bei ricordi, e come mi ha fatto notare ridendo Andrea dovrò fare il tagliando alla patatina, con tutto il cazzo che ha preso…
Spero di avervi fatto eccitare, vi aspetto con la prossima avventura. Ciao e alla prossima.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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